Distribuito da Koch Media attraverso la sua etichetta Midnight Factory, La casa delle bambole è il nuovo film horror diretto da Pascal Laugier, autore del violentissimo Martyrs, che sarà nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 6 dicembre.
Il plot si concentra sul trauma che le due sorelle Beth e Vera si portano dietro da quando, insieme alla madre, vennero prese in ostaggio da due individui penetrati nella vecchia villa ricca di cimeli e bambole che ricevettero in eredità. Un trauma che conduce Vera a chiudersi nelle proprie paranoie, mentre Beth riesce a lasciarsi alle spalle il passato diventando una scrittrice di successo.
Ed è grazie a questo aspetto che il regista riesce ad includere nel lungometraggio un omaggio a Howard Phillips Lovecraft.

Il solitario di Providence

Ma tutti sanno chi è Howard Phillips Lovecraft?
Spesso ricordato come “il solitario di Providence”, nacque nel 1890 nella città dello Stato del Rhode Island e morì nella stessa poco meno di quarantasette anni più tardi.
Considerato uno dei precursori della fantascienza angloamericana, rientra senza alcun dubbio tra gli scrittori maggiormente saccheggiati dalla Settima arte, che ha attinto dalle sue opere per sfornare, tra l’altro, Le vergini di Dunwich (1970) di Daniel Haller, La creatura (1988) di Jean-Paul Ouellette e, soprattutto, il super cult zombesco Re-Animator (1985) di Stuart Gordon.
Suoi sono i romanzi Il caso di Charles Dexter Ward e La maschera di Innsmouth, come pure i racconti Il colore venuto dallo spazio, Dagon e Il richiamo di Cthulhu, tutti caratterizzati da un curioso mix di tematiche horror e fantascienza.
Non molto apprezzato dai critici del suo tempo, rimane, in ogni caso, uno dei maggiormente dotati e geniali autori letterari nell’ambito del genere, insieme al precedente Edgar Allan Poe.

Un Poe di orrore

Del resto, scrittore, poeta, critico letterario, giornalista, editore e saggista, Edgar Allan Poe, tra i massimi esponenti del Romanticismo mondiale, è stato l’iniziatore del racconto poliziesco, del
giallo psicologico e della letteratura dell’orrore.
Nato nel 1809 a Boston e deceduto a Baltimora a soli quarant’anni, tra il XX e il XXI secolo ha finito per rivelarsi fonte d’ispirazione di oltre trecentosessanta opere cinematografiche, a cominciare da molti classici diretti dal re dei b-movie Roger Corman, da Il pozzo e il pendolo (1961) a La città dei mostri (1963), fino a La maschera della morte rossa (1964).
Senza dimenticare Due occhi diabolici (1990), con i maestri della paura su celluloide George A. Romero e Dario Argento al timone di regia di due diversi episodi, uno tratto da Fatti nella vita del signor Valdemar e l’altro da Il gatto nero.
Curioso, poi, è il fatto che Poe sia anche stato reso protagonista di alcuni film; come nel caso di The raven (2012) di James McTeigue, nel quale fu John Cusack a vestirne i panni per farlo ritrovare alle prese con una serie di omicidi a quanto pare ispirati alle sue opere, o in quello di molto precedente di Danza macabra (1964), diretto da Antonio Margheriti, in cui fu Silvano Tranquilli ad interpretarlo al fine di spingere un giornalista a trascorrere per scommessa la notte del 2 Novembre in un castello abbandonato.

Non solo King

In fin dei conti, proprio come avviene ne La casa delle bambole, gli scrittori non poche volte sono stati posti al centro di vicende dell’orrore in fotogrammi.
Come dimenticare quello interpretato da William Katt (il protagonista del telefilm Ralph supermaxieroe, per intenderci) in Chi è sepolto in quella casa? (1985) di Steve Miner, impegnato a scrivere un libro sulle sue esperienze belliche in Vietnam all’interno dell’abitazione di una zia morta defunta, dove non tardano a manifestarsi presenze spettrali? Prima ancora, vi era stata perfino la sventurata giovane del rape & revenge Non violentate Jennifer (1978) di Meir Zarchi.
E che dire della misteriosa figura di Sutter Cane, scrittore di successo di libri horror che, misteriosamente scomparso, sembrerebbe trovarsi nell’affascinante opera metacinematografica Il seme della follia (1994) di John Carpenter in una cittadina dove la finzione è tutt’altro che tale e non sono assenti eventi soprannaturali?
Un personaggio che richiama inevitabilmente alla memoria la figura del Re dell’horror su carta Stephen King, le cui storie tradotte in film non poche volte hanno tirato in ballo scrittori, a cominciare dal folle Jack Torrance di Jack Nicholson, che esplode in tutta la sua follia – con tanto di minacciosa ascia tra le mani – in Shining (1980) di Stanley Kubrick.
E non parliamo del Paul Sheldon di James Caan, torturato da una folle lettrice incarnata da una Kathy Bates da premio Oscar in Misery non deve morire (1990) di Rob Reiner, e del George Stark interpretato da Timothy Hutton ne La metà oscura (1993) del già citato Romero, che vede manifestarsi in qualità di terrorizzante entità fisica il suo pseudonimo.
Per concludere con il Mort Rainey di Johnny Depp, accusato da uno psicopatico di avergli sottratto l’idea per un romanzo in Secret window (2004) di David Koepp, e con 1408 (2007) di Mikael Håfström, il cui titolo fa riferimento alla stanza d’albergo teatro di molte morti violente e dove decide di alloggiare, appunto, uno scrittore specializzato nelle ricerca di fenomeni paranormali.

Chissà se dopo l’uscita de La casa delle bambole, Lovecraft e gli altri avranno un nuovo collega. Scoprilo dal 6 dicembre al cinema!