La casa delle bambole è il nuovo lungometraggio horror diretto da Pascal Laugier, autore di Martyrs e I bambini di Cold Rock, che sarà nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 6 dicembre, distribuito da Koch Media attraverso la sua etichetta Midnight Factory.
Al centro del soggetto abbiamo il trauma che due sorelle si portano dietro da quando, insieme alla madre, vennero prese in ostaggio da due individui penetrati nella vecchia villa ricca di cimeli e bambole che ricevettero in eredità. Ma una delle tematiche del film è relativa anche ad un certo rapporto malato genitore-figlio che, spesso, è un ingrediente immancabile del cinema di paura.
Andiamo a rivederne alcuni esempi.

Norman Bates

Se parliamo di individui afflitti da un rapporto tutt’altro che semplice con le figure genitoriali, è impossibile non pensare immediatamente al Norman Bates che, ispirato al contadino necrofilo Ed Gein, realmente esistito, Alfred Hitchcock rese protagonista nel 1960 del suo capolavoro Psycho.
Il Norman Bates che, apparentemente gentile gestore di un motel, in realtà mentalmente disturbato e pronto ad impugnare pericolosamente il coltello mentre manifesta una certa ossessione nei confronti di una ignota madre, ha avuto quattro volte sul grande schermo il volto di Anthony Perkins; prima di essere rivisitato in moderna versione giovanile nella serie televisiva Bates Motel, con Freddie Highmore a concedergli anima e corpo.
Ma nel 1998 ha anche avuto le fattezze di Vince Vaughn nel remake diretto da Gus Van Sant.

Leatherface

Con il volto coperto da una maschera in pelle umana, armato di motosega e pronto a macellare chiunque capiti sulle strade del Texas per trasformarlo in salsicce e polpette da servire alla sua famiglia di cannibali, il Leatherface della saga Non aprite quella porta è ispirato, come Norman Bates, alla figura di Ed Gein.
Nel terzo capitolo della serie originale, nel remake datato 2003 e nei prequel Non aprite quella porta – L’inizio e Leatherface, tra l’altro, scopriamo avere anche una madre, folle come un po’ tutto il resto della combriccola.

Ike e Addley

Rispettivamente interpretati da Frederick Coffin e Michael McCleery, chi sono?
Sono i protagonisti di Mother’s day di Charles Kaufman, violento slasher abbondantemente infarcito di humour che, datato 1980, li vede residenti in una casa nel bosco insieme alla madre e impegnati, con il supporto della donna stessa, a violentare e uccidere chi passa nelle vicinanze.
Nel 2010 il film è stato anche oggetto di un rifacimento per mano di Darren Lynn Bousman, dal plot leggermente diverso.

Jason Voorhees

Altro individuo che porta avanti un rapporto piuttosto particolare con la madre è, di sicuro, Jason Voorhees, il trucida-campeggiatori che, annegato quando era bambino nelle acque del Crystal Lake, prima è stato vendicato dalla genitrice in Venerdì 13, poi è riemerso per uccidere colei che ha eliminato la donna e passare al massacro di chiunque vada in vacanza nel posto.
Ne L’assassino ti siede accanto e Week-end di terrore, rispettivamente secondo e terzo capitolo della serie, conserva anche la testa mummificata dell’assassina, ricordando Norman Bates.

Danny Torrance

Altra bella famigliola da tenere d’occhio è quella protagonista di Shining, diretto nel 1980 da Stanley Kubrick partendo dall’omonimo romanzo di Stephen King.
La mamma è Wendy alias Shelley Duvall, ma a mettere veramente paura sono il papà Jack Torrance, ovvero Jack Nicholson, ex insegnante disoccupato e alcolizzato che accetta un lavoro come guardiano invernale dell’Overlook Hotel, sperduto tra le montagne del Colorado, e il figlio Danny, interpretato da Danny Lloyd, il quale manifesta le doti extrasensoriali del titolo man mano che il genitore impazzisce, armandosi di ascia.
Nel 1997 Mick Garris ha anche rispolverato il plot in una mini-serie televisiva fortemente voluta dallo stesso King.

Frank Zito

Solitario uomo di mezza età in sovrappeso, Frank Zito, magistralmente incarnato dal compianto Joe Spinell, è uno schizofrenico che trucida coppiette e donne per poi utilizzarne gli scalpi al fine di adornare manichini femminili che tiene in casa.
Protagonista nel 1980 del sanguinolento Maniac di William Lustig, apprendiamo essere diventato il mostro in questione a causa di abusi e maltrattamenti subiti da parte della madre defunta; tanto che, se da un lato è intuibile una certa influenza proveniente da serial killer realmente esistiti quali Ted Bundy e Henry Lee Lucas, dall’altro è facile pensare che Norman Bates rientri tra i modelli d’ispirazione.
Sotto la regia di Franck Khalfoun, Elijah Wood ne ha vestiti nel 2012 i panni in un remake.

Aidan Keller

Con le fattezze di David Dorfman, è il piccolo protagonista di The ring di Gore Verbinski, del 2002, rifacimento a stelle e strisce del giapponese Ringu di Hideo Nakata, tratto da un romanzo di Koji Suzuki.
Purtroppo, ha visionato una videocassetta maledetta che, a quanto pare, provoca dopo sette giorni la morte di coloro che ne fruiscono, quindi la madre giornalista Rachel alias Naomi Watts cerca in ogni modo di salvargli la vita.

Charlie Graham

Sotto la regia dell’esordiente Ari Aster, in Hereditary – Le radici del male abbiamo un nucleo familiare non poco complicato, in quanto i Graham si trovano prima ad avere a che fare con la morte della nonna, misteriosa donna isolatasi dal resto del mondo, poi con una sorta di ombra oscura che la defunta sembra gettare su di essi.
Soprattutto sulla nipote adolescente Charlie, incarnata da Milly Shapiro e la cui madre Annie alias Toni Collette finisce per esplorare una dimensione malvagia nel tentativo di evitare il negativo destino ereditato, a quanto pare, dai suoi cari.

La casa delle bambole ti aspetta a porte aperte, dal 6 dicembre al cinema! Avrai il coraggio di entrare?