Grazie a Midnight Factory, a partire dal 19 giugno 2019 arriverà nelle sale cinematografiche italiane La Bambola Assassina di Lars Klevberg, e tornerà a farci aver paura dei giocattoli.
Come è intuibile già dal titolo, si tratta del reboot di un autentico cult della paura degli anni Ottanta, il cui successo non ha potuto fare a meno di creare un vero e proprio filone tematico per il genere horror che, negli anni, ha generato innumerevoli imitazioni e derivati, conferendo di fatto a Chucky il titolo e l’onore di essere il capostipite per eccellenza di tutte le bambole horror e di come, dopo il suo avvento, il “giocare” si sia trasformato in qualcosa di non così tanto innocente.

Non solo “un gioco da bambini”

Tutto è iniziato nel 1988, quando Tom Holland sfornò Child’s Play, titolo originale del nostro La Bambola Assassina.
Al centro della pellicola, il piccolo Andy Barclay che doveva vedersela con Chucky, bambolotto al cui interno, dopo essere stato ferito a morte in un negozio di giocattoli, si era incarnato, tramite rito Voodoo, il serial killer Charles Lee Ray (Brad Dourif).
Da quel momento, nonostante vi fossero stati predecessori quali il paurosissimo pupazzo meccanico di Profondo Rosso o il malvagio feticcio guerriero Zuni di Trilogia del Terrore, Chucky è diventata, a tutti gli effetti, la prima vera bambola assassina dell’universo horror cinematografico, in possesso di una precisa, carismatica personalità e di caratteristiche che hanno contribuito a renderla un’autentica icona del genere, al pari dei vari Freddy Krueger e Michael Myers.
Non diventa quindi difficile capire da dove traggano la loro fortuna tutti quei film arrivati sul grande schermo dopo l’avvento di Chucky.

Baracche e burattini… e clown

Infatti, se al 1991 risale Dolly Dearest – La Bambola che Uccide, due anni prima il re dei b-movie Charles Band finanziò il primo capitolo della prolifica franchise Puppet Master, incentrato su una squadra di burattini ammazza-innocenti dotati ciascuno di particolari armi: da chi sfoggia uncino e lama al posto delle mani, a chi vomita sanguisughe.
Burattini cimentatisi – prima ancora di essere al centro di un reboot datato 2018 – anche nel cross over Puppet Master vs Demonic Toys, affrontando gli altrettanto piccoli e pericolosi protagonisti – da un orsacchiotto a un pagliaccetto, passando per un robot e un bebé – del Demonic Toys – Giocattoli infernali che, nel 1992, vide alla produzione esecutiva lo stesso Band.
Del resto, le case di produzione messe in piedi da quest’ultimo hanno sempre manifestato un debole per i killer in miniatura. Se già nel 1987 sfornarono infatti Dolls – Bambole, nel solo terzo millennio ci hanno regalato, tra gli altri, Rag Doll – Bambola di Pezza, Demonic Toys: Personal Demons e una sfilza di titoli diretti dallo stesso Band: da Blood Dolls a Dangerous Worry Dolls, passando per il Graveyard Dolls, che ha introdotto l’Ooga Booga, figura analoga a quella del citato Trilogia del Terrore e in cui si è incarnato un innocente studente afroamericano ucciso dalla polizia, poi protagonista dell’omonimo film.

Non c’è di che Annabelle & Co!

Una corrente cinematografica, questa delle bambole killer, che, comprendendo nel mucchio anche pupazzi raffiguranti clown molto poco raccomandabili, come quello visto nel 1982 in Poltergeist – Demoniache Presenze di Tobe Hooper o l’altro che affiancò sei anni dopo la bambina spettro de La Casa 3 – Ghosthouse, ha finito probabilmente per suscitare l’interesse nei confronti dei pagliacci più o meno diabolici (a cominciare dal Pennywise di IT), in quanto anch’essi rientranti tra le paure più “gettonate” dai bambini.
E, se al mucchio di pellicole a base di giocattoli ammazza-persone possiamo aggiungere Bad Pinocchio e Silent Night, Deadly Night 5: The Toy Maker, entrambi risalenti agli anni Novanta, come è ormai risaputo, è stato James Wan, che sull’argomento aveva già avuto modo di dire la sua, nel 2007, tramite Dead Silence, in tempi recenti ad introdurre una nuova bambola destinata a portare morte e distruzione: Annabelle, vista nel suo The Conjuring – L’evocazione e tornata in una serie spin off tutta dedicata a lei.
Una serie che ha sicuramente influenzato Robert di Andrew Jones, riguardante in maniera analoga una famiglia tormentata dai poteri soprannaturali di una bambola vintage e che ha generato anche un Robert Reborn.
Come non citare infine The boy di William Brent Bell, il cui inquietante ragazzo del titolo è di porcellana e sorvegliato da una babysitter alle prese con l’incarico più assurdo della sua vita.

Tutti esempi che devono sicuramente la loro esistenza e popolarità a Chucky!
Quel Chucky che, nel corso del tempo, è stato anch’egli protagonista di sequel e spin off che, non a caso, non sono stati menzionati.

Dal 19 giugno, in ANTEPRIMA MONDIALE, uscirà La Bambola Assassina: il reboot del primissimo film che ha dato origine a tutto questo.
Non un remake, non un sequel, né tanto meno uno spin off. Il reboot del film capostipite da cui tutto quanto citato sopra deve l’esistenza, fama e gloria.