Ogni anno decine di persone entrano ad Aokigahara senza fare più ritorno. L’usanza ha radici antiche, ma negli ultimi anni si è trasformata in un fenomeno in costante crescita (purtroppo).

La foresta è l’inquietante location dell’horror Jukai – La Foresta dei Suicidi, dal 28 settembre al cinema.

Lasciate ogni speranza, o voi che entrate

La prima regola da rispettare quando si vuole visitare la foresta di Aokigahara è quella che recita: Non abbandonare mai il sentiero. Contrariamente a quanto si crede, Aokigahara è una meta turistica visitata ogni anno da migliaia di persone. Non tutti, infatti, vi giungono con l’intento di togliersi la vita.

Una miriade di sentieri si snoda attraverso la vegetazione. Se i sentieri vengono percorsi coscienziosamente non si corre nessun pericolo. È quando si decide di abbandonarli, avventurandosi nel folto della foresta, che possono subentrare i problemi. Cartelli apposti al limitare dei percorsi sicuri sconsigliano ai viaggiatori di procedere innanzi. Ma non tutti, purtroppo, accettano il consiglio.

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Nel folto della foresta, tracce di vita

L’alto tasso di suicidi che si registra ogni anno all’interno della foresta, ha indotto un gruppo di volontari a fondare un corpo di vigilanza che ha il compito di perlustrare la foresta per trovare gli eventuali cadaveri ivi rimasti.

Nel loro lavoro, i vigilanti sono spesso aiutati da una serie di tracce che gli sventurati visitatori giunti sin lì per togliersi la vita lasciano lungo il loro percorso mortuario. Non di rado, infatti, ci si imbatte in un fitto reticolo di nastri azzurri che conducono al ritrovamento di un cadavere.

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Durante la ricerca è possibile trovarsi di fronte ad oggetti disseminati nel bosco. Questi oggetti di uso quotidiano (pettini, occhiali, talvolta documenti) sono la prova tangibile del passaggio di un essere umano disperato che ha deciso di togliersi la vita.

 

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Resti umani

Nella maggior parte dei casi, i vigilanti sono costretti a spingersi anche nelle zone più recondite della foresta. È lì che si trovano al cospetto di scene drammatiche e terrificanti. Resti sparsi di esseri umani emergono dal terreno. Teschi e ossa di vario genere ricordano del passaggio di qualcuno che non ha mai lasciato la foresta.

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Gli impiccati

Stando a un censimento effettuato ogni anno, coloro che entrano ad Aokigahara per togliersi la vita prediligono la morte per impiccagione. Nel fitto della foresta non è quindi difficile imbattersi in corpi appesi ai rami degli alberi, spesso incappucciati. Secondo la credenza locale, coloro che si suicidano all’interno della foresta si tramutano in yūrei, gli spiriti maligni che infestano il luogo.

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È proprio all’interno della terrificante foresta di Aokigahara che si recherà Sara (Natalie Dormer) alla ricerca della sorella gemella Jess. Jukai – La Foresta dei Suicidi ti aspetta dal 28 settembre al cinema.