Danza Macabra

Nel saggio “Danse Macabre” Stephen King individua tre figure archetipiche della letteratura fantasy, una “mano di tarocchi” composta dalle carte del Vampiro, del Licantropo e della Cosa senza nome. Tre simboli spaventosi e immortali, entrati a pieno titolo nell’immaginario collettivo, nonché basi fondamentali del cosiddetto “racconto moderno dell’orrore”.

Uno dei temi più comuni della letteratura fantastica è quello dell’immortalità, che spesso si trasforma in una maledizione senza fine. La Cosa, infatti, è proprio quell’elemento indistinto che non muore mai, così come l’intramontabile archetipo che rappresenta: una presenza indefinita e informe, invisibile all’occhio umano ma sempre in agguato.

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La creatura di Frankenstein

Nata dalla penna di Mary Shelley nel 1816, la creatura è un personaggio carico di umana fragilità. Rifiutato dal suo creatore Victor Frankenstein e dall’umano consorzio, il mostro assemblato con parti di cadaveri rappresenta, ancora oggi, un’icona immortale, nonché il tragico emblema dei potenziali pericoli della scienza.

Secondo Stephen King, il mostro di Mary Shelley incarna l’archetipo della Cosa: la creatura, infatti, non ha nome, ma nell’immaginario collettivo assume quello di Frankenstein, mentre al folle scienziato non resta che sfumare in secondo piano. Un essere sospeso tra la vita e la morte, irrimediabilmente condannato alla solitudine, anche se dotato di una commovente ed eroica umanità.

Nel 1986 lo scrittore fa proprio l’archetipo della Cosa senza nome con il romanzo “IT”, una parabola corale e (dis)umana di oltre 1200 pagine, dove il clown Pennywise viene posseduto da una creatura indefinita ed eterna (a cui King si riferisce usando il pronome personale “it”).

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Il terrificante Pennywise, interpretato dall’attore Tim Curry

Come in Frankenstein, anche Pennywise viene spesso identificato come “It”, la creatura antica “Divoratrice di Mondi”, scesa sulla Terra per fagocitare i suoi abitanti. Una “cosa di un altro mondo”, il cui fine ultimo è distruggere l’intera umanità, come il celebre racconto di John W. Campbell, trasposto al cinema da Christian Nyby nel 1951 e da John Carpenter nel 1982.

It follows, la cosa è tornata

Il 6 luglio la Cosa senza nome torna sul grande schermo con “It follows”.  Per la diciannovenne Jay (Maika Monroe), l’autunno dovrebbe significare scuola, ragazzi e fine settimana al lago.

Ma dopo un incontro sessuale apparentemente innocente, si ritrova perseguitata da strane visioni e dalla sensazione inevitabile che qualcuno, o qualcosa, la stia seguendo. Questa oscura presenza le darà la caccia senza sosta.
È la Cosa senza nome: non pensa, non ha pietà. E non si ferma.